Author: Visual Artist

Intervista di Monica Pasero

Ringraziandola per la cortese presenza le chiedo subito: fin da piccolo ha respirato l’arte, grazie soprattutto alle innumerevoli attività della sua famiglia e credo che questo sia stato un grande sprono per la sua passione. Ricorda il primissimo disegno da lei eseguito?

Sento il bisogno di chiarire un aspetto che  ha  contribuito alla  mia crescita artistica. Sin da bambino per motivi  vari tra cui  la separazione dei miei genitori,  che all’epoca ( 1965)  era vista come  scandalo, vivevo  alternandomi tra la casa dei  miei genitori e quella delle anziane zie. Due mondi opposti.  Lasciavo così la contemporaneità, lo stile di vita moderno della mia famiglia per tornare indietro,  quasi di un secolo,  in cui  vero trovavo  tanto affetto, ma anche  tante privazioni:  dovendo vivere  in una casa, dove mancava la tv, il frigorifero e la radio si accendeva solo per il notiziario. Un’istituzione severa, ma ricca di sani valori, forse troppi! E qui tra sofferenza e piacere scattava in me  una  forma di ribellione. Non ho dei ricordi nitidi ma di certo viaggiavo già con la fantasia: ero affascinato dalla stazione dei treni, dal porto delle navi che salpavano verso un nuovo mondo.  Sin da piccolo sognavo tanto, costruivo giocattoli con materiali di riciclo. Amavo disegnare le case, le città, le montagne, la neve, le stagioni, le castagne, la pioggia e gli alberi con le loro espressioni.  Vivo questi ricordi con un po’ di tristezza e malinconia ma anche tanta poesia. Emozioni che mi hanno segnato e reso migliore!    Non escludo che prima o poi scriverò un libro autobiografico.

Le sue opere si fondano su due grandi correnti: impressionismo e realismo pittorico,  in apparenza simili ma due mondi, oserei dire, opposti: l’impressionismo  seppur  nasce dalla corrente realistica,  porta in sé una concezione del reale rivisto con occhi dell’ anima, in questo caso le opere esaltano il lato bello della vita: la natura, i fiori, le acque i riflessi. Tutto è armonioso, colorato più celeste meno terreno! Nel realismo è invece presente la realtà nella sua totalitaria immagine in cui la fantasia ne viene limitata.  E qui le chiedo: se dovesse definire la sua visione, il  suo modo di porsi a guardare il mondo, lo farebbe con gli occhi di un impressionista o di un realista?

Per indole, mi accosto e immagino qualcosa di straordinario che ci richiama alla visione onirica, alle emozioni della vita, attraverso elementi che  rilasciano energie, le quali cerco di immortalare tramite cromatismi forti e contrastanti su tela per poi riconsegnarle al fruitore con effetto vibrazionale.  Ma  avverto sensibilmente gli effetti del mondo reale che ci circonda, in cui siamo immersi  e non posso che esserne contaminato nel bene e nel male!  Oggi la  sofferenza si insinua in tantissimi aspetti e questo inevitabilmente altera e turba la nostra esistenza, motivo per cui  l’uno non esclude l’altro, ma parlando proprio di contaminazioni credo che l’orientamento sia tra sogno e realtà nella prospettiva di un futuro propositivo.

Nei suoi quadri  predominano  le  tonalità pastello  che portano ogni sua opera a tingersi di delicatezza, quel tocco di poesia che, a mio avviso,  fa sempre la differenza.  Casualità o scelta stilistica?

Posso dire con franchezza che inizio sempre un’opera con il proposito di realizzare un’esecuzione magistrale, applicando tecniche, rispettando regole e quant’altro. Dopo qualche ora, o più,  di lavoro, sinceramente non me ne accorgo neanche, comincio a lavorare in pienissima libertà, fuori da ogni schema. La  mia mano e testa si  uniscono in  qualcosa di fortemente intimistico e a tratti vengono fuori pennellate leggere, delicate, dalle  tonalità pastello contrastate da  un deciso uso materico del colore dai toni forti. Quasi in lotta tra loro. Confermo nelle mie tele domina  la  luce e la tendenza al bello.

Tra le sue tante opere, vedo in lavorazione una riproduzione di David le Sabine di Jacques-Louis ( opera presente al Louvre)  in cui si denota ciò che avevo già colto: la sua grande accuratezza nei dettagli e qui le chiedo: quanto gioca il fattore  pazienza e sicurezza di sé,  in questo lavoro?

Sì, questo dipinto l’ho iniziato tanti anni fa, poi per svariati motivi  l’ho messo da parte.  Ora ho deciso di completarlo, è un’opera che richiede tempo e tanta pazienza, sarei piuttosto cauto riguardo la sicurezza in me stesso, penso che non si finisca mai di imparare, ma mi piacciono le sfide. Questa è un’opera molto complessa: richiede tecnica, esercizio ma sono incoraggiato dalla determinazione che costantemente è presente in ogni mio lavoro e nei miei progetti.

L’arte visiva  è un messaggio immediato, forse la miglior forma di comunicazione dopo la musica  quanto è importante trasmettere per lei?
Credo sia davvero importante  riuscire a trasmettere qualcosa, un messaggio, un’ emozione.  Qui potremmo parlare di logiche e pensieri, spesso contrastanti, nelle correnti pittoriche alle quali faccio riferimento, come  il realismo e l’impressionismo, ma che in qualche modo riesco a collegare a fondere tra loro, prendendo e restituendo, cioè cogliendo  l’intuizione e l’espressione di ciò che voglio e trasformarla in emozione.

Nel suo percorso artistico sono davvero tanti i riconoscimenti  da lei ricevuti, tra tutti ve n’è uno  a lei particolarmente caro?
I riconoscimenti fanno sicuramente piacere, segnano un momento particolare del proprio percorso, valorizzando ulteriormente il lavoro per il quale si è tanto creduto, ovviamente non posso non citare il Premio alla carriera consegnatomi ad Ortigia nel 2015, ma sono convinto che il vero riconoscimento sono gli apprezzamenti  che ricevo ogni giorno, leggendo i commenti di chi osserva le mie opere, il fruitore estasiato che trova la serenità ne condivide la bellezza e si emoziona.

Se dovesse  tornare all’epoca dei grandi Maestri impressionisti cosa chiederebbe e quale opera vorrebbe fosse stata sua?
Sono molteplici  le grandi  opere e  i  grandi maestri che le hanno realizzate, facendo la storia dell’arte e decisamente chiunque ami l’arte ed è dotato di alta sensibilità non può che apprezzare e trovarne le giuste emozioni.  Sono molto affascinato dall’impressionismo francese, nello specifico ricordo  l’artista  Claude Monet con le sue opere: Lo stagno delle ninfee, Moorning in the Seine  e Sol levante. Non da meno è la  corrente di fine 800 in Italia   con artisti come  Macchiaioli e il mio omonimo Francesco lo Iacono. Forse non chiederei nulla, la risposta la troverei osservando e studiando le loro opere.

Un grazie particolare per chi?
Dico grazie sicuramente alle care persone che nei vari periodi della mia vita, hanno contribuito  a spronarmi, regalandomi quella giusta carica di energia per andare avanti e credere nei miei progetti artistici, soprattutto quando le difficoltà della vita rischiavano di travolgermi

Se dovesse definirsi con una sola parola, quale sarebbe e perché?
“Vulcanico” Sì, perché credo di dover fare e dare tanto e sento l’energia giusta, la voglia di esprimermi e realizzare nuovi progetti.  Credo che in questo momento  abbia  la forza necessaria, probabilmente questo per riscattare un po’ di anni di inattività causati dagli impegni di lavoro che non mi consentivano di dedicarmi ed esprimermi come volevo.

Ed eccomi giunta alla mia domanda di rito e le chiedo:  quanto è importante nella sua vita il sogno?
Il sogno è sempre presente nella mia vita! Vivo contemporaneamente in due  mondi paralleli e li metto in relazione tra loro. Attenuano le sofferenze, esaltano il piacere. Un gioco emozionale, la ricerca di una nuova dimensione spesso presente nella mia sfera sensibile. Un mistero che porta a scoprire le mie verità e capire chi sono veramente. Un’indagine introspettiva che inconsciamente  prende forma attraverso la materialità dei colori sulle mie tele.

Monica Pasero dal Blog oltrescrittura.blogspot.it

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Intervista di Chiara Fici

Quali sono le tematiche che le stanno particolarmente a cuore?

” La mediterraneità e la ricerca del bello, risponde orgoglioso il pittore, il bello che coniuga la naturalezza e lo splendore del paesaggio, dell’uomo nell’ immagine donna e le testimonianze nell’arte di un passato attraverso architetture monumenti che hanno riempito le nostre città di storia e cultura.

“Perché questo figurativo dichiarato fortemente espressivo?

“Il mio pensiero si articola su due punti, il primo cura l’ estetica, i profumi e i sapori cioè l’immagine ad impatto immediato con quello che voglio e non voglio si veda, questo serve a voler esportare un aspetto della propria terra e rilanciare ciò che per molti è scontato ma assolutamente di primaria importanza e quindi da considerarsi risorsa per il nostro paese, la bellezza paesaggistica e artistica , favorendo lo sviluppo del turismo. Ma entriamo nel secondo punto, l’armonia dei colori il contrasto luci ed ombre il gioco delle emozioni e la serenità percepita …concettualmente è voler esprimere assolutamente la bellezza ancora appartenente al presente per ricordare e confermare che ancora oggi qui viviamo in un area geografica considerata un’oasi, un vero e proprio paradiso terrestre … malgrado il paesaggio l’ambiente naturale l’equilibrio dell’ ecosistema con i suoi segnali di malessere parla di un pianeta che soffre con i suoi effetti negativi e ci racconta quanto sia fortemente compromesso , ovviamente dal mio punto di vista “.

E’ voler esortare tutti ad una presa di coscienza?

Quali i suoi programmi futuri?

“Tra le opere che presenterò alla personale alcune saranno presenti ad eventi internazionali a New york e a Hollywood in video proiezione, invece altre saranno spedite a Verona Milano e Genova.

“Quali sono altri elementi importanti da stigmatizzare nelle sue opere?

“Elemento importantissimo che è presente nelle mie opere è l’ aspetto culturale cioè le civiltà, le origini da cui discendiamo attraverso le meraviglie, il patrimonio che le varie dominazioni ci hanno lasciato, ma anche lo stile di vita le etnie oltre che le architetture i monumenti decori affreschi tutto ciò che ha contribuito ad arricchire la nostra conoscenza fino ai giorni d’oggi . Cosi con le opere “Quattro canti” e “Porta nuova”, entro nel cuore di una Palermo piena di storia dal fascino irresistibile ma piena di contraddizioni. Teatro Massimo e villa Igea, opere che riportano in evidenza un periodo più recente di grande bellezza e splendore di una Palermo , di una Sicilia e non solo legata alla facoltosa famiglia dei Florio, riportando alti i valori di una terra un po’ dimenticata con il Liberty di Ernesto Basile,” Art Nouveau” e la “Belle Epoque”.
Nella bellezza è contemplata la donna, immagine e perfezione di un armonia di forme colori emozioni sensualità passioni immersi nel colore dell’ azzurro dell’ amore della vita, se uniamo tutti e tre gli aspetti sto parlando della bellezza a 360 gradi..
La donna fonte d’ispirazione di passione di sofferenza e piacere ha un forte ruolo nella mia vita.

Chiara Fici di Good Morning Sicilia.

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Critica di Sicilypresent.it

Osservando già con una visione d’insieme la raccolta proposta dall’autore, si ha subito una sensazione di freschezza, di leggerezza e di solarità che appaga i sensi che rimangono avvolti dalla bellezza dei soggetti ritratti. Oggetto d’ispirazione assoluta è la bellezza e la Sicilia quindi, con le sue tradizioni mediterranee e i suoi paesaggi, inconfondibili cartoline impresse nella nostra mente, in tutta la loro bellezza artistica ed architettonica.

Il blu, il celeste e l’azzurro, non a caso, sono i colori predominanti un po’ ovunque, proprio a sottolineare con eterea forza, la suprema presenza del mare e del cielo, che dominano ogni scenario del nostro territorio. Certo la nostra isola è terra carica di misteri, di contraddizioni e di storture ma per migliorarla abbiamo una cogente necessità di pensare al bene ed al bello dei suoi tesori umani e naturali.

Ed ecco che nelle tele di Lo Iacono, artista che ha ricevuto molti premi per le sue opere, appaiono i simboli delle nostre mitologiche origini, sotto forma di statuarie divinità, foglie di agave, barche ormeggiate in porti sereni, giardini fioriti cinti da antiche mura, nobili residenze principesche e, non ultimi, elementi che richiamano la donna e la bellezza femminile, che in qualche tela esposta, dà un insostituibile contributo all’immortalità ed alla bellezza stessa dell’arte.

– Estratto da Sicilypresent.it

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Critica di Francesca Mezzatesta

«Era il più bravo di tutti», ricorda una sua compagna di scuola, <strong>Francesca Mezzatesta, </strong>oggi critica d’arte, anche lei appassionata del suo lavoro da vivere con sentimento e non per illudere i tanti che oggi credono di avere chissà quale talento. Logico, normale che la vecchia compagna di scuola abbia scritto la presentazione della mostra di Filippo Lo Iacono.
Francesca Mezzatesta, storica dell’arte e critico, legge i quadri del suo vecchio compagno di scuola rintracciando intimistiche visioni delle «atmosfere scenografiche paesaggistiche, architettoniche e storico monumentali». Potrebbe sembrare un complimento a un vecchio compagno di Liceo. In realtà, guardando i dipinti di Filippo Lo Iacono si rimane colpiti dai paesaggi molto siciliani,come il Chiostro di Sant’Agostino, i tetti delle case che è possibile vedere in certi paesi della nostra Isola, le barche in mare i tirate in secco che sono sparse qua e là in tutta la Sicilia.
«Paesi sinceri che avvolgono di quiete atemporale, che proiettano nella dimensione di luoghi nella nostra terra», scrive ancora Francesca Mezzatesta. «Opere che catturano e coinvolgono tutti i sensi e non solo la vista». E qui tornano «i profumi della salsedine», ma anche i fiori e gli «azzurri cangianti» del mare siciliano.
Oggi Filippo Lo Iacono è riuscito a mettere da parte tutti i pensieri e le cose che gli hanno sempre impedito di dedicarsi solo alla pittura. Oggi dipinge e basta.

Estratto Da Meridio News.

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Critica di B S Aliberti Borromeo

Il panorama dell’arte italiano si arricchisce di una presenza importante, rimasta fino ad oggi quasi sconosciuta, con la figura di Filippo lo Iacono, pittore palermitano, che con audacia e maestria, ha dato vita a numerose opere caratterizzate da scelte meditate e personalissime.

Animato dalla curiosità intellettiva, dalla passione per l’arte, dal catarsi davanti alla bellezza della natura, l’autore riesce a cogliere l’attimo irripetibile degli avvenimenti, delle sfumature dei colori e delle emozioni e trasportarle su tela, trasmettendo al pubblico sensazioni visive di luoghi e paesaggi unici.
La pittura di Lo Iacono appare improntata sul lirismo dei chiaroscuri, sentiti come espressione di un raccoglimento meditativo che si mantiene a livelli elevati senza mai scadere di tono, e, a sua volta, percorsa dallo stesso senso atmosferico, impalpabilmente luminoso. I colori sono a volte chiari e decisi, a volte indefiniti e indefinibili: i bianchi appaiono sporchi e gessosi e gli impasti sono formati dall’accostamento di brevi decise pennellate di tono diverso e da un uso della velatura.

Il frazionarsi della forma in vibrazione luminosa può apparire, a prima vista, simile a quello degli impressionisti, ma, in questi dipinti traspare il “verismo della visione”, in quanto l’autore si pone attento allo spettacolo naturale estasiato dalla bellezza degli scorci della sua terra amata.

L’arte di Lo Iacono riflette l’epoca nostra, quel che succede moralmente nella vita, scoprendo che la bellezza della natura è la sola cosa che può dare la serenità, la speranza e la forza per i dissidi che affliggono la vita dell’uomo.

Insignito da numerosi riconoscimenti, l’artista siciliano si pone all’attenzione della critica non solo per i soggetti trattati ma per la ponderata attenzione alla luce e al colore delle opere, mai introdotte in senso teorico e astratto ma solo frutto di intuizione emotiva di ciò che lo spettacolo naturale offre all’occhio che sa osservarlo.

Dall’articolo di Sud Online di

B S Aliberti Borromeo

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